lunedì 27 marzo 2017

Pasqua 2017 - post e lettera




Uno sguardo che comunica amore

Questa è la storia di Susan, una ragazza di 25 anni che vive nella comunità di Betania, una delle due case dell’Arche Kenya a Nyahururu.

Susan è cerebrolesa e nell’ultimo anno è stata per parecchio tempo ricoverata in ospedale per problemi respiratori.

Non può permettersi di prendere freddo. Il freddo la farebbe riammalare e ritornare ad essere debole senza la possibilità di vivere la sua quotidianità (qui la mattina ci sono dai 6 ai 9 gradi), perciò nei periodi più freddi esce di casa verso le 11.30/12.00, quando l’aria è un po’ più caldina e la temperatura più mite, per recarsi ai laboratori del Marleen facendo a piedi circa 3 km in compagnia della sua assistente Dorcas.

Il suo ‘lavoro’ consiste nel fare bigliettini (per Natale, Pasqua, san Valentino, compleanni, feste varie….): stende il colore a tempera su un cartoncino con un rullo di legno creato apposta per lei. Una volta asciugato il colore l’assistente Marion taglia il foglio in varie forme e dimensioni per poi incollarle nei bigliettini a seconda dei desideri di chi li ha commissionati.

Tra i tanti doni che Dio ha dato a Susan, ce n’è uno in particolare che noi ammiriamo proprio tanto: saper comunicare qualsiasi cosa con gli occhi.
La disabilità di Susan infatti non le permette di parlare, perciò tutto quello che vuole dire, lo comunica attraverso lo sguardo.
Si capisce subito se è arrabbiata, triste, felice, stanca… Te lo dice con gli occhi, e gli occhi non sanno mentire…
E sentiamo una vera gioia nel cuore quando vediamo che gli occhi le luccicano dall’emozione mentre balla a modo suo trascinando i piedi sul pavimento e muovendo la testa e il braccio non paralizzato.
Se le si chiede se le piace il suo lavoro al Marleen, lei risponde annuendo e facendo vedere come incarta bene nel cellophane trasparente i bigliettini finiti per portarli poi in negozio pronti per la vendita. La sua assistente dice sempre che Susan è l’unica in quel laboratorio che sa come imbustare i bigliettini nel modo giusto, col logo dell’Arche dietro e i suoi disegni davanti.

Ci siamo resi conto che quando siamo con Susan, riconosciamo in lei il volto di Gesù:

non servono tante parole per esprimere gratitudine verso qualcuno che si prende cura di noi, basta un sorriso sincero;

non servono tanti discorsi teologici per parlare d’amore, dell’amore di un Dio che si prende cura degli ultimi, basta uno sguardo che ti legge nell’anima e che ti apprezza per quello che sei;

non servono tanti dialoghi per tessere amicizie e relazioni se queste nascono dal cuore;

bastano due occhioni, un sorriso e un emozione che vanno al di là di ogni discorso.

Che sia anche per voi una Pasqua di silenzi e di occhi che brillano
perché il Signore è risorto per noi e per tutte le Susan del mondo!

Auguri!

PS - vi invitiamo a leggere anche la nostra "lettera" di marzo

1 commento:

  1. Ciao
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