Cari amici, non sembra proprio, ma è ormai da più di un mese che siamo in terra africana. Il tempo vola e ce ne rendiamo conto solo la sera quando alle 18.20 qui arriva il buio e si è costretti a rientrare in casa perché non c'è molto da fare in giro per le strade che non sono per nulla illuminate.
La nostra esperienza in Kenya è
iniziata il 6 Novembre con un "bel" viaggio di 7 ore da Nairobi a
Nyahururu (di solito ne bastano 3!!!).
E' risaputo che in capitale il
traffico è tremendo, ma quel giorno la polizia ha boccato tutte le strade perché
il presidente Kenyatta doveva andare in visita ufficiale in Etiopia...
Così noi, con Antonella e
Fabrizio e con Martin, l'autista del St. Martin che ci è venuto a prendere all'aeroporto,
ci siamo trovati "intrappolati" nel pullmino incapace di muoversi in
qualsiasi direzione... Immaginate la nostra felicità nel sapere di dover
rimanere seduti per ore con Tommaso ed Edoardo già reduci da 12 ore di aereo...
Ma anche questa volta ce l'abbiamo fatta!
Ad aspettarci fino alle 15.30
nella nostra nuova casa di Nyahururu abbiamo trovato un gruppetto di futuri
colleghi del St. Martin e dell'Arca che avevano preparato un delizioso
pranzetto con tanto di preghiera iniziale stampata su foglietto e dolce finale!
I primi giorni sono stati
all'insegna dell'ambientamento e ne abbiamo approfittato per girare le varie missioni
padovane (Mochongoi, Weru Parish, l'ospedale di Northkinangop) e i vari
progetti del St. Martin.
I bambini si sono dimostrati
entusiasti fin da subito degli spazi enormi della casa che ci ospiterà per i
prossimi tre anni; si sono innamorati soprattutto dei due giardini fioriti con
tanto di tartarughe "Tarta-Tarta" e "Ruga-Ruga", più la new
entry "Pongo" : il cagnolino nato a Mochongoi che Don Sandrino ci ha
subito regalato!
L'8 novembre siamo subito entrati
nel vivo della Missione grazie alla festa del St. Martin per celebrare la ricorrenza
di San Martino. Durante la mattinata vari gruppi di bambini e adulti
beneficiari dei diversi progetti si sono alternati sul palco con danze, poesie,
scenette, racconti ecc... e infine ci hanno salutato con un bellissimo momento
di accoglienza in cui ci siamo sentiti proprio tra amici.
Le prime sensazioni che abbiamo
provato appena arrivati sono state infatti di grande serenità e gioia in quanto
da subito tutti si sono dimostrati gentilissimi, disponibili e cordiali. Un po’
lo immaginavamo, ma non è assolutamente una cosa scontata...
Ringraziamo per questo il Padre
che ci accompagna in questa Chiamata, mettendoci a fianco persone stupende come
Don Mariano, Don Sandrino, Alice, Ester, e tanti altri che ci fanno sentire
come a casa coccolandoci con mille attenzioni e premure.
Sappiamo bene che questa sarà la nostra casa per un periodo definito (tre anni non sono nulla), ma proprio per questo vogliamo entrare il prima possibile nella cultura locale studiando la lingua del posto, il Kiswahili, che ci permetterà di immergerci velocemente tra la gente senza rimanere semplicemente i "Wazungu" (bianchi) della situazione.
Sappiamo bene che questa sarà la nostra casa per un periodo definito (tre anni non sono nulla), ma proprio per questo vogliamo entrare il prima possibile nella cultura locale studiando la lingua del posto, il Kiswahili, che ci permetterà di immergerci velocemente tra la gente senza rimanere semplicemente i "Wazungu" (bianchi) della situazione.
Il "Mwalimu"
(insegnante) ci sta aiutando inoltre ad aprire gli occhi per capire meglio
questo mondo così diverso dal nostro, ma proprio per questo più affascinate.
La prima cosa che vogliamo condividere
con voi è l'importanza enorme che danno al saluto: dandosi la mano destra e
tenendola stretta per tutta la durata del saluto, dedicando tutto il tempo
necessario per sapere come sta l'altro, la sua famiglia, i suoi parenti a casa,
i suoi animali ecc... Interessante è sapere che non esiste una risposta
negativa; qui dicono che va sempre tutto bene, anche se poi proseguendo con
altre domande si scopre che la vita da queste parti è più complessa e difficile
di ciò che immaginiamo.
La cosa che continua a stupirci è
il loro continuo affidarsi al Signore con una Fede che supera ogni ostacolo.
Qui non esiste l'Ateo; tutti credono in un dio, la bellezza sta nel rispetto che portano tra cristiani, protestanti, musulmani, ecc...Anche al St. Martin l'ecumenismo è alla base della collaborazione.
Qui non esiste l'Ateo; tutti credono in un dio, la bellezza sta nel rispetto che portano tra cristiani, protestanti, musulmani, ecc...Anche al St. Martin l'ecumenismo è alla base della collaborazione.
Una cosa simpatica che abbiamo
imparato è il loro modo di chiedere il permesso per andare in bagno: "Tafadhali,
ningependa kujisaidia..." che significa "Scusi, mi piacerebbe
aiutarmi!"...
Anche le ore hanno una
numerazione diversa da quella a cui siamo abituati. Poiché il sole sorge sempre
e tutto l'anno verso le 6:00, si inizia a contare da qui dicendo che le 7:00
sono l'ora prima, le 8:00 l'ora seconda ecc...dal sorgere del sole.
I giorni della settimana si
iniziano a contare dal Sabato che è Jumamosi (giorno primo dopo il Venerdì), poiché
i giorni seguono il calendario musulmano per il quale il venerdì (Ijuamaa) è il
giorno più importante e Alhamisi (giovedì) significa giorno per la
preparazione.
Sebbene quest'anno stiamo vivendo
l'Avvento al caldo e non sembra proprio di essere in quell'atmosfera natalizia
a cui siamo abituati in Italia, con neve, freddo, giacche pesanti, corse
sfrenate all'acquisto degli ultimi regali... casa nostra è stata addobbata con
tanto di albero, Presepe e luci colorate (sebbene qui la tradizione non lo
preveda).
Il nostro Natale quest'anno lo
stiamo vivendo da quando siamo atterrati in questo Paese.
Gesù nasce in ogni sorriso che le
bambine del St. Rose (centro di accoglienza per le ragazze vittime di abusi e
violenze) ci regalano per ringraziarci di aver fatto trascorrere loro qualche
momento di serenità. Le loro mani fin troppo "adulte" accolgono le
nostre mani fragili come Maria ha accolto tra le sue braccia il bimbo Gesù.
Gesù nasce in Susan, Paolo, Musa,
Alan, Gathoni... che con la loro disarmante disabilità ci costringono a
fermarci e renderci conto che siamo ancora intrappolati nei nostri pregiudizi.
Ma loro, che non hanno filtri, ci
insegnano ad amare incondizionatamente e a godere delle gioie di ogni momento;
danzando la vita e abbracciandoci lasciano il segno (in tutti i sensi!) nei
nostri cuori!
Gesù nasce nei volti dei ragazzi
di strada ospiti nei centri (Children in Need) che con la loro durezza nello
sguardo, ci ricordano che sono prima di tutto dei bambini indifesi, bisognosi
di affetto e spensieratezza. I loro occhi parlano del loro vissuto più di mille
discorsi e siamo certi che il Padre li ha già accolti tra le sue braccia
proprio come il Padre Buono ha accolto il figliol prodigo.
Gesù nasce anche al mercato dove
si trova sempre un Angelo pronto a proteggerti quando ti senti sperso in una
terra straniera, senza appigli e magari con qualcuno che vuole solo il tuo
portafoglio. Gesù ci ha insegnato a fidarci ciecamente di Lui e ci ricorda che
è sempre presente in ogni luogo.
Gesù nasce infine in ognuno di
voi che ci sta accompagnando in questa nostra/vostra missione. Grazie per tutta
la forza che ci donate tramite la preghiera. Vi sentiamo vicini.
Vi auguriamo un Natale ricco di
sorrisi, amore incondizionato, accoglienza e fiducia!
Ilaria e Fabio, con Tommaso ed Edoardo.
St. Martin, Nyahururu - 15 dicembre 2014
Ilaria e Fabio, con Tommaso ed Edoardo.
St. Martin, Nyahururu - 15 dicembre 2014
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