#13 - 2016.09 - John




Quante cose si possono fare nel tempo libero?
Quanto amore si puo’ donare con gratuita’ e dedizione?

Questa e’ la storia di John, un giovane volontario del St.Martin che, a soli 21 anni, ha deciso di prendere in mano la sua vita e trasformarla.
Tutto e’ cominciato grazie a sua nonna che un bel giorno gli ha parlato del St.Martin, di quanto la gente si prenda cura degli ultimi e dello spirito di solidarieta’ che si respira li’ e che muove tutte le cose… John si e’ incuriosito e ha pensato di andare a scoprire quale bellezza si celasse dietro tanto amore.
Questo era l’inizio.

Ora vi raccontiamo la fine.
Martedi’ scorso John ci ha salutato, al termine della sua esperienza, dopo la consueta preghiera di inizio settimana in cappellina.
Con le lacrime agli occhi, visibilmente emozionato e teso ha ringraziato tutto lo staff per l’amicizia e i preziosi insegnamenti e ha continuato a dirci ‘’Che Dio vi benedica’’.
Riuscite ad immaginare un ragazzo che piange davanti ad un centinaio di adulti e col cuore in mano ringrazia la nonna per essere stata inconsapevolmente l’artefice di tutto questo?



In mezzo a questo inizio e a questa fine, c’e’ un bellissimo periodo di tre mesi di volontariato e di vita piena. Sarebbero state le sue vacanze per riposarsi dallo studio tra un trimestre e l’altro dell’Universita’, ma John ha deciso di trascorrerle in modo alternativo.
Ha prestato servizio presso i centri di recupero dei bambini di strada del St.Martin e in particolare presso il centro Drop In dove i bambini arrivano direttamente da una vita di strada e di violenze.
Sono state giornate di giochi, divertimento, attivita’ nei campi, passeggiate, lezioni informali, momenti istruttivi ed educativi, gite, feste, ma anche fatiche e difficoltà legate al passato duro dei bambini.

John con la sua solarità, la sua bontà d’animo e la sua semplicità ci è entrato nei cuori ed è difficile non volergli bene. La sua storia ci dà lo spunto per ringraziare tutti i giovani volontari del St.Martin, dell’Arche Kenya e del Talitha Kum che si spendono per i piu’ deboli e vulnerabili, che hanno tanta energia e pazienza, che dedicano i loro sorrisi, le loro cure e le loro attenzioni a chi ne ha davvero bisogno. Di tanti di loro abbiamo conosciuto le storie e le motivazioni, di altri non sappiamo esattamente cosa li abbia spinti a questa scelta; l’unica certezza che abbiamo è che li ammiriamo per la loro generosità, bontà e gratuità.

Ci auspichiamo che anche un numero sempre maggiore di giovani italiani continui a prestare servizio ai più deboli e che questi volontari siano di esempio per molti altri coetanei. Una cosa di cui siamo testimoni qui ogni giorno è che solo con l’amore si possono rompere i muri delle ingiustizie sociali. Rompendo gli schemi e andando contro corrente si sperimenta l’amore di Gesù ed è allora che la nostra VITA diventa VANGELO.
Un gesto silenzioso di un volontario vale 100 volte più di tante parole o prediche buttate al vento…



“Amare vuol dire donare quello che non si ha. Bisogna regalare il nostro tempo, noi stessi, i nostri giorni.”
(Roberto Benigni, I dieci comandamenti)

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