FERMIAMOCI
UN ATTIMO!
“Siamo tutti chiamati a fare,
ma cose ordinarie
con un amore straordinario
che sgorga dal cuore di Dio”
(JEAN VANIER)
Stop. È ora di sederci. È
tempo di riposare. È il momento di lubrificare il motore per ripartire ancora
più carichi.
Queste le nostre riflessioni
di inizio gennaio: un anno e mezzo ricco di novità, incontri, sfide ha
assorbito molte delle nostre energie
perciò urgeva “andare in disparte, in
luogo solitario e riposarci un pochino” (Mc 6, 30). È stato il regalo più bello che potessimo farci. In due
momenti diversi (per motivi pratici di gestione dei bambini), a distanza di una
settimana l’uno dall’altra, ci siamo dedicati completamente all’ascolto: della
Parola, di Dio e di noi stessi, al centro per ritiri spirituali dei Gesuiti a
Nairobi.
Sono stati dieci giorni duri,
difficili, di silenzio e preghiera, ma “se non facciamo silenzio non possiamo
sentire la voce di Dio” ci hanno suggerito il primo giorno.
Da una vita laicale, abituati
alla confusione di una casa con le porte sempre aperte ad ospitare bambini e
amici, abbiamo fatto parecchia fatica a resettare le orecchie per aprirle solo
ai suoni della natura e a resettare il cuore per accogliere un Dio desideroso
di parlarci. È bello fermarsi e riscoprire la natura con gli occhi curiosi di
un bambino che vede nei fiori, nelle farfalle, negli alberi, negli uccellini…..
le cose più belle e interessanti del mondo! Ma quando hai tempo puoi farlo,
puoi godertele e ascoltarle, toccarle, annusarle, osservarne i minimi
particolari. Ed è proprio da questo riavvicinarci alla natura che siamo partiti
per riavvicinarci a Dio.
È vero che al St. Martin e
all’Arche non mancano i momenti di spiritualità, ma ora abbiamo voluto
regalarci una coccola in più tutta per noi per non rischiare di dare sempre tutto
per scontato.
È bello rileggere la propria
vita alla luce di un altro sole e al chiarore di un’altra luna; lontano da
tutto e da tutti, solo tu: te stesso e Dio, nient’altro. E non puoi
nasconderti. Devi essere sincero, tante cose sono venute fuori, magari ci hanno
fatto soffrire, magari ci siamo sentiti inadeguati, magari abbiamo scoperto
qualcosa di bello in noi che ancora non conoscevamo… Ma è questo il punto: fare
emergere tutto ciò che fin’ora abbiamo preferito non vedere o abbiamo fatto
finta che non ci fosse. Dio ci ha preso per mano e con tanta pazienza ci ha
guidato in un mondo magico: il suo infinito amore!
Non è una novità, ma ogni
tanto è bene ricordarcelo: Dio ci dice “tu
sei il mio amato, in te mi sono compiaciuto”. Dio ci ha anche ricordato quanto grande sia
la sua misericordia, se solo noi avessimo il coraggio di fare almeno un gesto
che somiglia anche lontanamente al pentimento, Lui sarebbe già fiero di noi (lo
scrive anche papa Francesco nel libro “Il nome di Dio è misericordia”).
Ultimamente avevamo perso un
po’ la bussola e le nostre strade stavano procedendo parallelamente, non
riuscivamo ad incontrarci. Ognuno viveva le esperienze come SUE e non
riuscivamo a farle diventare NOSTRE. Ma noi siamo qui come famiglia e come
coppia, oltre che come singoli, perciò dobbiamo vivere il più possibile al
plurale i tanti bei momenti che ci vengono donati.
“L’amore è paziente, l’amore è benigno; non è invidioso, non si vanta, non
si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non
tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della
verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.” (COR 13,4-8)
Quanto difficile è mettere in
pratica queste parole, quanto orgoglio dobbiamo mettere da parte per ascoltare
gli insegnamenti di Gesù!
Allora, visto che la Pasqua si
sta avvicinando proviamo a lavarci i piedi l’un l’altro, proviamo ad inginocchiarci
davanti al fratello e alla sorella e proviamo a permettere loro di fare
altrettanto con noi.
BUONA PASQUA DI MISERICORDIA
LABIRINTO
In questo bellissimo posto
chiamato “Mwangaza” c’è anche un labirinto simbolo di ricerca del centro della
nostra esistenza.
Facendo questa sorta di
esercizio abbiamo sperimentato metaforicamente la difficoltà di avvicinarci a
Dio, o meglio, ogni volta che ci sembrava arrivato il momento di raggiungere il
centro c’era qualcosa, un ostacolo, un muro, una difficoltà, che ci faceva
allontanare da esso. Era frustrante vedersi ormai vicini alla meta e il passo
successivo trovarsi più lontani di prima. Bisogna perseverare, avere pazienza,
continuare a cercare, a camminare e a voler arrivare a Dio, il nostro centro,
il fulcro della nostra vita, la vetta che vogliamo raggiungere.
A volte in questo esperimento
eravamo da soli con i nostro ritmi, la nostra andatura e le nostre soste. Altre
volte ci siamo trovati con altri compagni di viaggio a camminare, ognuno nella
propria stradina ma sapendo che la ricerca costante di Qualcuno ci accomuna:
sia che noi siamo bianchi o neri, alti o bassi, timidi o spavaldi… tutti siamo
in cammino ma qualche volta dobbiamo fermarci per capire a che punto siamo: se
scorgiamo colline, monti, tetti di case o il mare... Dobbiamo riprendere fiato, mangiare un pezzo
di cioccolato, per poi ripartire più “pimpanti” di prima (i nostri genitori che
sono sempre stati appassionati montanari e i tanti amici che amano camminare in
montagna, sicuramente avranno capito di cosa stiamo parlando!).
Buona ricerca!
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