#12 - 2016.08 - Bambini 2


QUANDO I BAMBINI PRENDONO IL VOLO

Vi ricordate Mary, la bambina che ho conosciuto mesi fa quando sono andata a costruire la casa in mezzo al nulla color dell’oro?
Bene, ovviamente continuo a seguire la sua storia , ad andare a trovarla e a vedere i progressi che fa con le sue gambine grazie alle terapie dei colleghi del St.Martin. Ogni volta è una grande emozione rivederla, il suo sorriso contagioso mi riempie il cuore e la gioia di questi incontri si prolunga per i giorni seguenti facendomi sentire trasformata nel profondo.




Eccomi qui, nella foto, sabato scorso, con una Mary bellissima nella sua nuova uniforme scolastica! Eh sì, perché da due mesetti Mary ha cominciato ad andare a scuola; la vedete dal sorriso: è la bambina più contenta del mondo!
L’avevo percepito fin dal nostro primo incontro: è una bambina molto sveglia e il fatto di ricevere un’educazione scolastica ora, la fa diventare sicuramente ancora più intelligente.

Mentre Mary “volava” verso la scuola e verso una maggior autonomia, Joshua volava verso il cielo.

Un angioletto di quattro anni ci protegge ora da lassù, Dio l’ha chiamato a sé forse troppo presto (secondo la nostra logica umana) ma solo Lui conosce il progetto di vita di ognuno e noi non possiamo far altro che ringraziarlo per averci donato Joshua anche se per un pezzettino breve di cammino.

Era un bambino malato di HIV, orfano di madre, viveva coi nonni ed una sorella maggiore. Il padre nessuno l’ha mai conosciuto e i nonni, troppo anziani per prendersi cura di lui, lo lasciavano in affidamento alla sorellina che però, ancora troppo giovane, non poteva continuare a accudirlo.

Così hanno deciso di portarlo al Talitha Kum, progetto nato dal St.Martin, dove attualmente sono ospitati 80 bimbi orfani malati di HIV.
Era solo da un anno che Joshua viveva lì, ma, essendo il più piccolo della casa, tutti gli erano affezionati: le suore, i volontari, i ragazzi più grandini, lo staff… tutti si sentivano responsabili nei suoi confronti coccolandolo, aiutandolo a mangiare, giocando con lui, prendendolo in braccio quando era stanco ecc…

Senza nessun preavviso, senza che nessuno se l’aspettasse o se lo potesse immaginare, il sonno se l’è portato via, una mattina di luglio non si è più svegliato…
Come in altre occasioni passate, i nostri fratelli e sorelle africani, ci hanno insegnato ad accettare questo “passaggio” con naturalezza, senza affannarci a cercare delle spiegazioni o delle risposte che mai ci verranno date. E’ una tappa naturale della vita di ognuno e va accolta e vissuta come un inno alla vita, non come un triste momento di sofferenza e distacco dal mondo terreno, ma come un grande GRAZIE per il meraviglioso dono della VITA.

Il sole, i canti, i volti dei suoi amichetti…tutto era lì per accompagnare Jashua nel suo ultimo viaggio verso la casa dei nonni, dove il suo corpicino è stato abbracciato dalle piante di mais del campo che ora lo ospita nel suo sonno eterno.

Arrivederci piccolo angioletto, ti porteremo sempre nel cuore….




“ Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati”

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